Intro - Dal 2d al 3d - Dal modello virtuale al rendering - Dal modello digitale a quello “toccabile con mano”

Dal modello virtuale al rendering

Attraverso il modello 3d la nostra idea ha acquisito una veste geometrica coerente. Tuttavia, la perfezione tecnica raggiunta a questo livello per il committente può configurarsi come un limite, perché poco comunicativa e quindi difficilmente fruibile. Per ovviare a ciò interviene il rendering: una tecnica capace di rappresentare come reale ciò che ancora non esiste, perché arricchisce la rappresentazione con i possibili materiali e la contestualizza in un ipotetico scenario.
Gli ambiti applicativi sono innumerevoli, ne suggeriamo solo alcuni:

- i rendering architettonici di esterni costituiscono un valido strumento di analisi di impatto ambientale, verifica notoriamente di fondamentale importanza nell’iter di approvazione di un progetto. Come sopra ricordato, sovente la committenza non è abituata al linguaggio tecnico tipico del costruire perciò, grazie a queste simulazioni, sarà in grado di comprendere l’importanza delle scelte del professionista e, eventualmente, esprimere in maniera più consapevole la propria opinione in merito;

- i rendering d’interni rappresentano un utile strumento di valutazione degli elementi di arredo. Più nel dettaglio: oltre alla possibilità di valorizzare un particolare prodotto di design nello spazio in cui esso andrà inserito, è possibile simulare realisticamente gli effetti della luce, sia naturale che artificiale, al fine di vagliare tutte le ipotesi di orientamento di un manufatto e le eventuali suggestioni dipendenti dalla modulazione delle sorgenti luminose. Una volta definiti i materiali, oltre alle immagini statiche, la committenza potrà avvalersi anche di video che offrono l’opportunità di visitare virtualmente il progetto.